Questo blog nasce per dare più spazio ai libri che amo e che leggo


Librieparole
Questo blog nasce per dare più spazio ai libri che amo e che leggo.
Oltre alle mie recensioni, qui vorrei ospitare i miei e vostri consigli di lettura e tutto quello che ha a che fare con i libri
e con le parole... in libertà

venerdì 20 aprile 2012

Ora leggo: Scrivere

Per questo VENERDÌ DEL LIBRO voglio consigliarvi un titolo che sto leggendo proprio in questi giorni e di cui sono soddisfatta. Indicato sopratutto per gli aspiranti scrittori, credo sia piacevole anche per i semplici appassionati come me, che si dilettano a scrivere storielle e racconti. Il libro è questo:

Titolo: Scrivere. Lezioni di scrittura creativa
Autore: Anne Lamott
Traduttore: Silipigni C.
Editore: De Agostini
Data di Pubblicazione: Settembre 2011
ISBN-13: 9788841867198
Pagine: 240
Formato: rilegato
Genere: Linguistica






Riporto qualche indicazione dalla quarta di copertina, magari può aiutarvi a capire se è un libro che fa per voi:
"Ma non si può insegnare a scrivere", mi dicono. Io rispondo: "E tu chi cavolo sei, il Magnifico Rettore dell'Università di Dio?". La scrittura ha moltissimo da offrire ed è piena di sorprese. La più bella e preziosa è che imparare a scrivere vuol dire anche, e prima di tutto, imparare a vivere. Perché ogni testo è una spy story disseminata di indizi a carico dell'autore, che allo stesso tempo ci dice qualcosa di noi, ci dice quello di cui abbiamo bisogno, che vogliamo sapere: che genere di persone siamo, che cosa conta davvero, di cosa abbiamo paura, qual è la posta in gioco. Ecco perché gli uomini e le donne scrivono (e leggono), mentre i pidocchi, per dire, hanno tutt'altri interessi. E scrivere è un'impresa disperata e insieme magica, come la vita. Conviene mettersi il paio di scarpe comode che raccomandava Cechov e fare un passo alla volta. Appuntare su un taccuino le cose da fare e quelle da evitare: guardarsi intorno, non barare, darsi un obiettivo raggiungibile, fidarsi dell'istinto, non prendersi troppo sul serio e vuotare il sacco, cioè dare, dare tutto. La pepita d'oro che cercavamo da tempo è dietro la sola porta che non abbiamo mai aperto. Anne Lamott ci tende la mano e ci aiuta a varcare la soglia, con humour e grazia. È un dono non previsto e perciò più gradito, dal quale non ci aspettavamo tanto spasso.

Con questa proposta partecipo all'iniziativa di homemademamma

mercoledì 11 aprile 2012

Perchè scrivere




Navigando alla ricerca di nuovi libri da leggere ho scoperto Il viaggiatore più lento di Enrique Vila-Matas. Ho scaricato un estratto e me ne sono innamorata.
Nell'introduzione del suo taccuino, racconta cosa lo ha spinto a diventare uno scrittore (il sogno che condivido credo con milioni di persone) e fa una piccola apologia dell’arte della scrittura.
Se non avete voglia di scaricarvi l’estratto vi regalo di seguito qualche piccola perla:

Sono stato spesso costretto a rispondere a chi mi domanda perché scrivo. All’inizio, quando ero molto giovane e timido, utilizzavo la breve risposta che a questa domanda dava André Gide: “Scrivo per essere letto”.

...Oggi so benissimo perché desideravo essere come Malraux. Perché questo scrittore, oltre ad avere un’espressione da uomo navigato, si era costruito una fama di avventuriero e di persona bendisposta verso la vita, quella vita che avevo davanti e alla quale non volevo rinunciare.
Quello che allora ignoravo era che per essere scrittore bisognava scrivere e, per di più, scrivere come minimo molto bene, qualcosa per cui bisognava armarsi di coraggio e, soprattutto, di una pazienza infinita, quella pazienza perfettamente descritta da Oscar Wilde: “Ho trascorso tutta la mattina a correggere le bozze di una mia poesia, e ho tolto una virgola. Nel pomeriggio, l’ho rimessa”.
Tutto ciò lo spiega benissimo Truman Capote nella sua celebre prefazione a Musica per camaleonti, quando dice di essersi messo un giorno a scrivere senza sapere che si sarebbe legato per tutta la vita a un padrone nobile ma implacabile: “All’inizio era molto divertente. Smise di esserlo quando scoprii la differenza tra scrivere bene e scrivere male; in seguito feci un’altra scoperta, ancora più allarmante: la differenza tra scrivere bene e la vera arte; è sottile, ma brutale”...

È qualcosa di terribile ma che consiglio a tutti, perché scrivere è correggere la vita – anche se si corregge una sola virgola al giorno –, è la sola cosa che ci protegge dalle ferite insensate e dai colpi assurdi inferti dall’orrenda vita reale (proprio perché è orrenda, il tributo che si deve pagare per scrivere e rinunciare a una parte della vita vera, non è così duro come si potrebbe credere).
Uno scrittore deve puntare al massimo e sapere che l’importante non è la fama o l’essere scrittore, ma scrivere, legarsi per sempre a un padrone nobile ma implacabile, un padrone che non fa concessioni e che porta i veri scrittori sulla strada dell’amarezza, come ben si coglie in frasi come questa di Marguerite Duras: “Scrivere significa cercare di capire che cosa scriveremmo se scrivessimo”.

Oppure, come diceva Italo Svevo, è la cosa migliore che possiamo fare in questa vita e, proprio per questo, dovremmo desiderare che la facessero tutti: “Quando tutti lo comprenderanno con la chiarezza ch’io ho, tutti scriveranno. La vita sarà letteraturizzata. Metà dell’umanità sarà dedicata a leggere e studiare quello che l’altra metà avrà annotato. E il raccoglimento occuperà il massimo tempo che così sarà sottratto all’orrida vita vera. E se una parte dell’umanità si ribellerà e rifiuterà di leggere le elucubrazioni dell’altra, tanto meglio. Ognuno leggerà se stesso”.

Se si leggono gli altri e se ci si legge, vedo poco spazio per le esplosioni belliche, e molto, in compenso, perché un uomo mostri la sua predisposizione a rispettare i diritti degli altri, e viceversa.
Non c’è niente di meno aggressivo di un uomo che abbassa lo sguardo per leggere il libro che ha in mano. Bisognerebbe partire alla ricerca di questo raccoglimento universale.
Mi si dirà che è un’utopia, ma solo nel futuro tutto è possibile.
E. V.-M., autunno 2000

Che ve ne pare?
Per quanto mi riguarda credo proprio che lo andrò a comprare!

venerdì 6 aprile 2012

Venerdì del libro: Wally nella macchina del tempo

Oggi la mia proposta è rivolta ai bambini e al loro spirito di osservazione!

Autore: Martin Handford
Editore: L'Ippocampo
Data di Pubblicazione: 2010
ISBN-13: 9788896968215
Pagine: 32
Reparto: Bambini e ragazzi
Età di lettura: da 6 anni.

Attratta dai disegni e la simpatia di Wally ho proposto questo libro ai miei bambini. Si sono divertiti come pazzi a cercare in ogni pagina Wally e i Wallini mimetizzati negli incredibili disegni di Martin Handford.
In questo volume della saga, il protagonista è caduto nella macchina del tempo e lo vediamo attraversare diverse ere: dopo un salto nella preistoria, eccolo catapultato nell'epoca dei Faraoni a risolvere l'enigma delle piramidi, per poi ritrovarsi nel bel mezzo dell'arena fra i gladiatori e i leoni dell'Antica Roma.

Elly e Pilo lo hanno trovato davvero gustoso.

Auguri di Buona Pasqua a tutti!
Cri

martedì 3 aprile 2012

Parole che... suonano gentili


Buona Giornata!

Due parole facili facili, che ci hanno insegnato già prima della I elementare eppure così rare da suonare sconosciute. Avete mai provato a pronunciarle entrando o uscendo da un ufficio, ad un collega, ad un impiegato che vi serve, ad un vicino di casa incontrato sul pianerottolo?

Se lo avete fatto vi sarete accorti di quanto questo augurio li lasci tanto spiazzati. Ma perchè? Io lo faccio con i miei colleghi e tutti, ogni volta, mi guardano come se fossi una marziana. Poi sul loro volto, passando per un'espressione stupita, si disegna un timido sorriso.
È come se prendessero coscienza solo allora che sono essere umani, che una nuova giornata è iniziata e che tra le varie opzioni c'è anche quella di affrontarla con un sorriso, con pazienza e gentilezza.
Già, perchè di solito tutti scelgono l'altra opzione: muso lungo e fronte corrugata fino a sera.

Fate la prova, quante persone siete riusciti a stupire?